A filo d'erba

di Stefano Catone

Camminare. Lungo i confini e oltre

«Camminare. Lungo i confini e oltre» è un libro che portavo con me da tempo e che ho costruito, nel tempo.

Appunti, fotografie, fotocopie, ritagli, libri di altri. Tutte cose che ho messo da parte camminando. Camminando da solo e camminando in compagnia. E interrogandomi sui passi che compiamo, sulla natura che ci ospita, sulle montagne cui ciascuno sente di appartenere.

Le montagne, appunto. Il camminare di cui parlo nel libro è il camminare in montagna, laddove l’uomo ha posto quelli che chiama “confini naturali”. Eppure le montagne e la natura se ne infischiano dei nostri confini. Tanto che quei confini che abbiamo tracciato cambiano nel tempo: si sciolgono i ghiacciai, le nevi lasciano posto alle rocce. E anche le rocce crollano.

«I gerani che delimitano oggi il confine tra Italia e Slovenia ci dicono – ha detto il Presidente Mattarella – che i confini possono trasformarsi in ponti che uniscono». Ed è davvero così. Lo sa bene chi su quei confini ci è stato.

Dalle dispute confinarie, alle frontiere mobili create dallo scioglimento dei ghiacciai. Dalle persecuzioni da cui cercarono di fuggire gli italiani ai tempi del fascismo, fino alle nuove rotte dei migranti lungo i Balcani.

«Camminare» sarà in libreria il 24 ottobre. Non è un saggio e non è nemmeno un racconto, ma è un sentiero di montagna. Lì dove non ci sono muri né filo spinato. Ma un cippo, un muretto a secco, un ometto di sassi, il fruscio dei fili d’erba mossi dal vento o il rumore delle acque di un ruscello.

Camminare è un invito al dialogo e all’incontro, a unire ciò che l’uomo – e non di certo la natura – ha diviso.

«Che la frontiera possa essere una linea – recita la quarta di copertina – è solamente un’illusione. Un’illusione che ci rassicura, perché dipinge il mondo come un luogo ordinato, perché definisce delle identità, perché dividendoci dall’altro ci aiuta a riconoscere quelli “come noi”. Un’illusione. Viviamo in un mondo non ordinato ma, anzi, alla continua ricerca di nuovi equilibri. Le nostre identità sono mutevoli, nel tempo e nello spazio. La nostra cultura, così come qualsiasi cultura, è meticcia. Il vecchio continente è da sempre destinazione, per chi viene da est, e punto di partenza, verso ovest».

 

Lo trovate da subito in preordine, e a prezzo scontato, sul sito di People.

Se vorrete discuterne assieme a me, nei prossimi mesi, scrivetemi a [email protected]. Mi farebbe molto piacere!

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