A filo d'erba

di Stefano Catone

Quel censimento «ad esclusivo fine di studio»

11 agosto del 1938, ore 15.25. La Regia Prefettura di Varese riceve un telegramma dal ministero dell’Interno, firmato dal sottosegretario Buffarini. Quel telegramma dava mandato a tutti i prefetti del regno di procedere «con celerità, precisione e massimo riserbo sotto vostra personale direzione» alla «rilevazione degli ebrei residenti nelle province del Regno». «Se necessario – aggiungeva Buffarini – potete autorizzare lavoro straordinario avvertendo questo Ministero per ottenere parziale rimborso spesa necessaria». Al telegramma erano allegate «schede preparate che devono essere completate coi dati necessari».

C’è una passaggio inquietante, in quel telegramma, per chi come noi sa come è andata a finire la storia. Il telegramma sosteneva infatti che la «rilevazione non deve dare appiglio alcuno allarme trattandosi di rilevazione ad esclusivo fine di studio». Esattamente: «ad esclusivo fine di studio».

Sappiamo bene che quegli elenchi su base religiosa – stilati esattamente 80 anni fa – sono stati successivamente, anche diversi anni dopo, utilizzati non solo per discriminare gli ebrei, ma per procedere alle deportazioni.

Nelle scorse ore Alievski Musli, cittadino italiano di etnia rom, ha depositato alla Procura di Roma – con l’affiancamento di Andrea Maestri di Possibile –  una denuncia «nei confronti del ministro Matteo Salvini, dopo le parole usate nei confronti dei rom nelle scorse settimane (“parassiti” e “quelli italiani purtroppo dobbiamo tenerli qui”)». Salvini proponeva inoltre un «censimento» dei rom:

Chiedere a chi vive nei campi rom, nome e cognome, indirizzo, codice fiscale, carta di identità, quanti figli ha e quante tassa paga è normale o no? Noi siamo censiti, perché non dovrebbe esserlo chi vive da nomade?

A seguito della giusta indignazione rispetto alla proposta di un censimento su base etnica, Salvini ha corretto il tiro parlando di «monitoraggio». Per evidenti ed esclusivi fini di studio, si potrebbe aggiungere.

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